dicembre 17, 2019

Recensione "La rosa bianca di serpente"


"Chi mai sarebbe così strambo da combattere qui dentro? E' da folli, è da stupidi, è da Lais."





Recensione La rosa bianca di serpente – 

L’inizio della maledizione








Titolo: La rosa bianca di serpente – L’inizio della maledizione

Autrice: Greta Guerrieri

Data uscita: 26 Novembre 2018

Genere: Fantasy

Casa editrice: Self Publishing







Trama

Lais è apparentemente un adolescente come gli altri, se non fosse che è orfano, ha costanti incubi e vive da solo in una catapecchia. Ha sempre cercato di passare inosservato, essendo un tipo solitario, ma i suoi brillanti e magnetici occhi dorati glielo impediscono. Stufo della monotonia abituale del suo villaggio e costretto a vivere in una situazione di povertà, decide una notte di mettersi in viaggio, per cambiare le sorti del suo futuro. Poco prima della sua partenza, la sua tutrice, gli regala una strana e curiosa collana, un oggetto dal quale Lais si sente totalmente rapito e dipendente. Incontrerà Etka, una ragazza a lui sconosciuta, con due bellissimi occhi viola, solare e allegra, con la parlantina facile e tempestante di domande, con cui si ritroverà più di una volta incastrato nelle stesse dinamiche. Confusi e pieni di domande, i due adolescenti decidono di mettersi in viaggio insieme, alla ricerca di risposte alle stranezze in cui saranno coinvolti.




Recensione

La rosa bianca di serpente – L’inizio della maledizione è un fantasy ad ambientazione mista medioevale/moderna che narra le vicende di Lais ed Etka, due adolescenti molto diversi tra loro ma legati da un destino comune.

Per iniziare a chiacchierare un po’ su questo splendido romanzo bisogna spiegare a grandi linee l’antefatto e soprattutto precisare che questo è il primo volume di una saga, quindi tante cose non le so neanche io ancora. 

Ma cerchiamo di procedere per gradi.


Lais è un diciassettenne che vive nel villaggio di Nefic, in un regno il cui sovrano si occupa (forse…) e non si occupa del suo popolo. Nefic è proprio uno di quei villaggi abbandonato dalla mano protettiva del sovrano, ne consegue che le condizioni di vita sono messe a dura prova dalla mancanza di denaro. A un certo punto della storia Lais decide di lasciare il villaggio, spinto anche dal fatto di non essere mai stato visto di buon’occhio dal resto degli abitanti. Parte, e dopo parecchie traversie giunge nel villaggio di Pevobu. Questo è sia il luogo in cui abita Etka che uno dei villaggi ancora protetti dal sovrano. Quindi Lais si scontra con uno stile di vita diametralmente opposto a quello che aveva abbandonato. A Pevobu tutti hanno un lavoro, tutti hanno una famiglia, tutti hanno una casa decente. Lais non ha mai avuto nulla di tutto ciò: orfano, senza soldi e come dimora una capanna.

In questa parte della storia Lais ed Etka si incontrano per la prima volta.

E dal loro incontro tutto inizia a precipitare, fino a quando l’ombra di una maledizione si abbatte sul pacifico villaggio di Pevobu costringendo i due ragazzi ad andare via insieme.

In modo parallelo, si sviluppa anche un’altra storia. Quella di Wolk e Jul. Entrambi i ragazzi appartengono a Nefic. Una notte, Jul viene aggradita dai soldati del Re e Wolk la difende. Questo però costringe anche loro a lasciare Nefic. Wolk decide di raggiungere la città dimora del Sovrano per chiedere spiegazioni riguardo l’aggressione. Il suo è un gesto d’orgoglio dato che a Nefic si allenava proprio per entrare a far parte dell’esercito e soprattutto perché suo fratello maggiore è già una guardia del Re.

I percorsi di questi quattro personaggi procedono in parallelo per l’intero romanzo e non mancano sorprese, incontri inaspettati, creature particolari e rivelazioni magiche.

Per comprendere tutto al meglio conviene soffermarsi un attimo su ogni personaggi sopra citato.

Lais. È orfano, l’unica sorta di “affetto” familiare che ha conosciuto è quello di Kirse, sua tutrice e maestra d’armi nel villaggio di Nefic. Poco prima che Lais abbandoni Nefic, Kirse gli dona una collana: un ciondolo a forma di spada con un intorno un serpente. In realtà si tratta di uno strumento magico tuttavia la sua funzione si scoprirà solo più avanti nella storia. Lais ha un caratteraccio, non c’è altro modo per dirlo. Taciturno, schivo, non si fida di chi ha intorno e a volte neanche di chi già conosce. Nei dialoghi è sempre sprezzante e spesso offensivo. Il suo personaggio nasconde tante sfumature ma è come un iceberg, lascia vedere solo la punta. Tutto il resto è da scoprire.

Etka. Una ragazza di diciassette anni. La sua infanzia e la sua vita fino all’incontro con Lais sono state delle più tranquille. Ha una famiglia: un padre, una madre e un fratello minore. Ama la sua famiglia, forse perché è così unita da destare gioia anche a chi li ha appena conosciuti. A tratti si potrebbe definire Etka una bambina viziata ma questa è la conseguenza del non aver mai dovuto affrontare dei problemi… Tranne i suoi particolari momenti in cui si estranea completamente dalla realtà. Fin dalla nascita indossa un bracciale regalatole dal padre, Marhif. Un gioiello con una rosa bianca ancora viva intrappolata all’interno. Con il proseguire delle vicende si scoprirà anche la funzione di questo oggetto. E soprattutto Etka comprende di essere fondamentale nel destino di Lais, del quale si è innamorata a prima vista. Lo segue quando decide di lasciare Pevobu proprio per rispondere a questo legame che sente dentro di lei. Il viaggio l’aiuterà a maturare ma non completamente.

Wolk. Posso dirlo? Posso? Lo dico… Wolk è il mio personaggio preferito, almeno per adesso. Un ragazzo tutto d’un pezzo, e ovviamente bello come non mai (segue proprio i miei gusti), che desidera ardentemente diventare la migliore guardia del Re esistente al mondo. Poi le vicende che coinvolgono lui e Jul inizieranno a farlo ricredere. Comunque, Wolk ha un carattere deciso ma buono, orgoglioso ma dolce, è sempre corretto qualunque cosa accada, e il suo senso della giustizia è invidiabile. Affronta il viaggio con Jul offrendo tutto se stesso, soprattutto perché è innamorato di lei da sempre, ma credo che lo avrebbe fatto per chiunque. Interagisce con tanti personaggi all’interno del romanzo e adotta sempre un atteggiamento adeguato alla situazione. Unica eccezione è Lais: si odiano a vicenda da tempo immemore e neanche tentano di nasconderlo.

Jul. Anche lei è una ragazza che appartiene a Nefic, da sempre innamorata di Lais. Colpisce subito per la dolcezza del suo viso e per i fluenti e lunghi ricci rosso fuoco. Quando parte insieme a Wolk, lascia a Nefic la sua famiglia. Questo le costa tantissimo, non tanto per i suoi genitori che sembrano più preoccupati dell’apparenza che dei veri problemi della vita, ma per suo fratello gemello Irkl. Entrambi i gemelli non sono mai stati i più temerari del gruppo e il fatto di doverlo abbandonare ferisce molto Jul, dato il suo carattere protettivo e dolce. Per gran parte delle vicende si comporta anche lei come una bambina ma cresce, e cresce davvero tanto. Le difficoltà che è costretta ad affrontare le fanno capire che è arrivato il momento di tirare fuori il carattere e lo fa.

Come ho detto prima questo è solo il primo volume di una saga. 
Greta ci ha impiegato ben quattro anni per incastrare il tutto e il perché non è difficile da spiegare:
quando si affronta il primo volume di un fantasy non si è mai certi di quanto si possa rivelare della trama principale, di quanti elementi sia giusto rendere noti per non inficiare poi la suspense nel secondo volume. 
Inoltre, qui si aggiunge un’ulteriore difficoltà: ogni capitolo si riferisce all'andamento di un diverso personaggio e vi posso garantire che incastrare il tutto in modo che la vicenda scorra senza intoppi è davvero difficile. Greta è stata bravissima in questo. Il suo stile è dettagliato, molti dialoghi sono in pratica monologhi e questo è proprio ciò che serve ad un romanzo fantasy.

Questo volume lo considero il prequel di una vicenda che, almeno secondo il mio intuito, diventerà ancora più complessa e avvincente nel seguito. 

Tanto non è stato spiegato, ci è concesso solo di ipotizzare cosa potrà accadere più avanti. 

Per una saga tutto questo è indispensabile.

Il mio voto è

🌟🌟🌟🌟🌟/5


In breve…
Greta ha creato un mondo nuovo, un mondo in cui il lettore si immerge senza difficoltà, imparando a conoscere luoghi, personaggi e usanze poco per volta in modo che non venga investito da informazioni fondamentali troppo presto e senza essere pronto. L’universo in cui vivono Lais, Etka e tutti i magnifici personaggi nati dalla penna di Greta, ha il potere di affascinare e coinvolgere a tal punto che da metà romanzo risulta difficile smettere di leggere. Credo, senza ombra di dubbio, che gli appassionati di fantasy non possano perdersi una chicca come questa. Faccio tanti complimenti a Greta per quest’opera e attendo il seguito con grande curiosità.

Come sempre, ringrazio l’autrice per la sua fiducia e per questa fantastica ed entusiasmante collaborazione.

Ci rivedremo al sequel!






novembre 23, 2019

Recensione "Angeli e alchimia"

"Aveva sempre sentito in cuor suo di essere diversa, fuori posto e ora, quella zona d'ombra che l'aveva tenuta sveglia innumerevoli notti, cominciava lentamente a rivelare ciò che celava..."


Recensione Angeli e alchimia






Titolo: Angeli e alchimia

Autrice: Barbara De Maestri  

Genere: Urban Fantasy, Narrativa Contemporanea

Casa editrice: Self Publishing







Trama
“Siamo onesti! Chi non vorrebbe lasciare una traccia del suo passaggio su questa Terra?”
Forse nessuno, tantomeno quegli uomini tenaci che siano riusciti a penetrare i segreti più potenti e pericolosi che gli antichi Sapienti avevano celato al mondo, a ragion veduta, col potere dei simboli e dell’Alchimia.
E certamente non il prof. Balthasar Hopp, il solo ad aver decifrato un raro manoscritto di Ermete che rivela come riscrivere la storia dell’umanità e cambiare i destini del mondo!
Determinato a perseguire il suo disegno, coinvolge cinque ragazzi con abilità straordinarie i cui destini erano già potentemente legati tra loro, in una realtà che si rivela molto diversa da quel che appare.
E il viaggio ha inizio.
Si stringono alleanze, nascono intrighi e doppi giochi per la conquista del potere, le amicizie si mettono alla prova e una delicata storia d’amore senza tempo travolge proprio Marcus e Estelle, decisi a stare ben distanti l’uno dall’altra. Lui ricco, altezzoso e dall’intelletto raffinato, risoluto a tenere tutti a debita distanza. Lei, di una bellezza semplice e introversa, che detesta gli snob e non ama apparire.
Il cammino alchemico lungo la Linea Sacra è affascinante e insidioso, e alcuni Angeli in incognito decidono di giocare un ruolo fondamentale nell’eterna partita tra il bene e il male.
Dove può arrivare la follia umana per la brama del potere? E qual è il vero potere degli esseri umani su questa Terra?



Recensione

Quando ho avviato questa collaborazione con Barbara avevo già sentito parlare del suo romanzo e avevo letto qualcosina al riguardo tuttavia si può dire che ho deciso di leggerlo a scatola chiusa. Non so perché ma la copertina precedente (non era colorata) mi aveva dato la sensazione di un fantasy un po’ “soft” e mi aveva incuriosito tanto.
 Ovviamente, mi ero sbagliata. Questo romanzo di soft non ha proprio un bel niente.

 È un urban fantasy avvincente, strutturato come i migliori libri di questo genere, con personaggi corposi e ricchi di dettagli, dialoghi lunghi che ti fanno entrare nella storia e a proposito di storia… Anche quella abbonda tra le pagine di Angeli e Alchimia.

 Procediamo per ordine.

 Le vicende si aprono a Milano in un liceo dove tutto appare normale. 

 Il professor Balthasar Hopp è un insegnante di storia in una scuola privata e sta tenendo una delle sue lezioni. Durante l’ora di storia conosciamo la protagonista del romanzo, Estelle.

 Estelle è una ragazza trasferitasi a Milano dalla Francia insieme alla famiglia. In principio viene descritta come una studentessa comune ma quasi subito si scopre che nasconde una capacità: riesce a leggere nei pensieri delle persone e questo fatto la sconvolge ma la incuriosisce al tempo stesso.

 Conosciamo la famiglia di Estelle e soprattutto ci interessa la carriera di suo padre. È un editore ormai ai ferri corti con il suo socio per l’arrivo di un uomo potente e anche abbastanza temuto che mette i bastoni tra le ruote al padre di Estelle.

Quest’uomo è Osmond, colui che si approprierà della parte del cattivo andando avanti con la lettura. I fatti si susseguono serrati sino a quando la famiglia della protagonista è colpita da una tragedia.

 Più o meno a questo punto il professor Hopp e un suo invito per una riunione privata sconvolgono tutto. Nell'aula di storia, luogo designato dall'invito recapitato ad Estelle, troviamo il professore ovviamente e quelli che saranno gli altri quattro protagonisti della storia: Marcus, Samuel, Dylan e Lucas.

 Quello che colpisce da subito Estelle è la stranezza di non riuscire a leggere nel pensiero dei quattro ragazzi.

 Nessuno di loro sa il motivo di quella convocazione da parte del professor Hopp ma vi posso assicurare che l’insegnante ha molto da dire ai cinque ragazzi: grazie ad un antico papiro, sopravvissuto all'incendio della Biblioteca di Alessandria, in possesso del professore da anni si potrebbe avverare uno dei grandi misteri dell’alchimia, la realizzazione della Pietra Filosofale.

 Senza mezzi termini, ma con un discorso articolato e ricco di dettagli, il professore spiega ai ragazzi che proprio loro sono la chiave per ottenere questo elisir tanto bramato.

 Inutile dire che i ragazzi non credono a una sola parola, ritenendo il professore un pazzo tuttavia saranno le vicende stesse, che si susseguiranno durante la narrazione, a convincere i protagonisti. Questo, e il fatto che Estelle non è l’unica a celare le sue capacità al mondo.

 Infatti, i quattro ragazzi hanno poteri legati ai famosi quattro elementi e il loro passato lo dimostra.

 Marcus, è l’aria. Samuel, la terra. Dylan, l’acqua. Lucas, il fuoco.

 Come si scoprirà, Estelle rappresenta il quinto elemento, la quinta essenza, nata per unire gli altri quattro.

 Pensate che vi abbia rivelato troppo? Vi sbagliate, perché questo è solo l’inizio.

 Oltre a personaggi, protagonisti e non, con al loro attivo un passato avvincente che contribuisce ad arricchire la storia, la punta di diamante di questo romanzo è costituita da innumerevoli cenni alla storia classica e ai misteri secolari dell’alchimia.

 Per esempio, si fa riferimento alla famosa linea di San Michele o meglio la linea del drago tracciata da San Michele Arcangelo. Una linea immaginaria che unisce dall'Irlanda alla Palestina diversi santuari eretti in nome del Santo, e si dice che sia stato lui stesso a darne l’ubicazione precisa per costruirli.
 Questa linea è fondamentale nel romanzo, dato che i protagonisti si troveranno a combattere proprio in alcuni dei santuari di San Michele, uno in particolare.

 Punto di grande forza sono i personaggi delegati al ruolo di mentore. Anche loro hanno un passato, una spiegazione per la loro presenza, e rafforzano la vicenda principale sempre al momento giusto.

 Nessun personaggio è messo lì per caso, tutti hanno un ruolo chiaro e preciso, o comunque che diventerà chiaro prima della fine.

 Soprattutto, per comprendere a fondo i cinque protagonisti bisogna vedere la struttura dei personaggi in questo modo: Estelle e Marcus sono i due protagonisti nel vero senso del termine mentre Dylan, Samuel e Lucas sono protagonisti di supporto in modo da dare un senso a tutto. Sembra facile detta così ma da autrice vi posso assicurare che intraprendere questa manovra senza scadere nel banale è molto difficile, e questo rappresenta un grandissimo merito a Barbara e al suo talento per la scrittura.

 E qui mi collego per parlarvi proprio dello stile di Barbara.

 Mi piace definirlo complesso ma non difficile da capire. Complesso è proprio il tipo di scrittura che serve per valorizzare al massimo un romanzo di base fantasy. Barbara in questo è stata perfetta. Utilizza termini ricercati ma comunque conosciuti, solo non usati spesso da autori emergenti e ciò fa comprendere immediatamente la sua maturità sia culturale che narrativa.

 Barbara è una scrittrice con la S maiuscola. Conosce il suo strumento, lo ama e lo sa utilizzare al meglio perché Angeli e alchimia sia credibile e bello al punto da non riuscire a smettere di leggerlo.

 E ripeto, la passione che ci ha messo per raccontare a chi non conosce (o come me, ricorda sì e no) la storia classica è ammirabile, questa sua scelta mi è piaciuta tantissimo.

Il finale...
 Alcuni potrebbero definire il finale di questo romanzo aperto. In realtà non è così, ed anche in questo particolare Barbara è stata maestra. La storia di questo volume si conclude ma proprio nell'ultima pagina viene lasciata una traccia evidente di un possibile secondo volume. Quindi si tratta di un autoconclusivo con spunto per un seguito.

Neanche ci sarebbe da dirlo ma lo dico, Angeli e alchimia si guadagna

🌟🌟🌟🌟🌟/5


In breve…

 Angeli e alchimia è stata una lettura sorprendete, piacevole che mi ha rapito sin dalle prime pagine. La storia si struttura in diversi livelli, spostandosi anche in vari luoghi: da Milano alla Francia, fino ad arrivare a Torino per poi viaggiare ancora. I personaggi sanno trasportare, grazie alla loro struttura solida, in una storia misteriosa e rocambolesca.
A tratti è un fantasy, a tratti un romanzo quasi mistico e a tratti è storico. Angeli e alchimia nasconde in sé mille sfaccettature, e ogni visione è arricchita dallo stile di scrittura perfetto e complesso al punto giusto.
 Consiglio a tutti di leggerlo, sia agli appassionati del genere e sia a chi ci si vuole avvicinare. È davvero un romanzo per ogni genere di lettore.


Ringrazio Barbara per questa meravigliosa collaborazione. Ho conosciuto una fantastica autrice e una persona dolcissima.
 Aspetto il prossimo romanzo!
  
  




ottobre 25, 2019

Recensione "Sympathy for the devil - Il diavolo non è poi così male"

"Sono quello che comunemente chiamate il Diavolo, piccola, e sono un gran fico."

 Recensione Sympathy for the devil – Il diavolo non è poi così male








Titolo: Sympathy for the devil – Il diavolo non è poi così male

Autrice: Lily Lorenzini

Data uscita: 1 Marzo 2019

Genere: Urban Fantasy, Narrativa

Casa editrice: La Ruota Edizioni







Trama

In una Los Angeles dei nostri giorni Sympathy è appena stata portata alla centrale di polizia per aver danneggiato l'ufficio del suo capo. Qui incontra Luc Bamefot, uno strano personaggio che la tira fuori dai guai e le offre di lavorare per lui. Ci metterà un po' per capire in che cosa consisterà il suo nuovo lavoro e soprattutto che l'uomo che l'ha assunta in realtà è il Diavolo in persona, affascinante, enigmatico ma vittima della noia e della società effimera e nevrotica che egli stesso ha contribuito a creare nel corso dei secoli.



Recensione

Per cominciare a parlare di questo fantastico romanzo bisogna assolutamente partire dai personaggi e dalle vicende iniziali.

Sympathy for the devil è un’opera di genere urban fantasy ma che tra le sue pagine nasconde tanto, tanto di più, dalle opinioni sull'umanità odierna e passata a cenni storici accurati ed interessanti. È un romanzo leggero tuttavia deve essere letto con un’attenzione ai dettagli, alle descrizioni e ai dialoghi che non può mancare.

Cominciamo dal principio.

Sympathy è una ragazza piuttosto ordinaria, tranne che per la sua capigliatura multicolor e per il suo carattere iroso che già dalla prima pagina la mette in guai seri. 

Il romanzo di apre con Symp tradotta in una stazione di polizia a causa di una mezza aggressione ai danni del suo capo che l’ha licenziata e persino denunciata. Mentre i poliziotti sono intenti ad esaminare il suo caso, un evento bizzarro disturba l’intero distretto e la povera Symp viene chiusa a chiave in una stanza in modo da sedare il piccolo problema che tiene impegnati i poliziotti senza che lei tenti la fuga. Proprio in questa stanza avviene il suo primo incontro con Luc Bamefot, spuntato letteralmente dal nulla.

Symp in principio rimane confusa da questa strana apparizione ma Luc, senza indugi, la tranquillizza e le lascia il suo biglietto da visita chiedendole di contattarlo nel caso in cui cercasse un nuovo impiego.

Luc apre la porta chiusa a chiave poco prima dal poliziotto e lascia Symp interdetta per questa particolare nuova conoscenza. Ancora stordita apprende persino che la polizia ha deciso di rilasciarla senza nessuna conseguenza. Si scoprirà poi che questo rilascio è dovuto proprio all'intervento di Luc.

Questo è solo l’inizio delle vicende che da questo momento in poi si susseguiranno impedendo al lettore di mollare il libro.



Personaggi


Sympathy è una vera protagonista. La sua crescita ma anche la sua coerenza si avvertono chiare all'interno del romanzo. È un personaggio che cambia ma non così tanto da eliminare le convinzioni che l’accompagnano da una vita. È cresciuta in una comunità Hippie che le ha insegnato quanto il mondo sia buono e meraviglioso, sino a quando, costretta ad andare a scuola, non scopre che il mondo è un posto corrotto, colmo di malvagità e quindi riesce a spiegarsi come mai sia arrabbiata con tutti, e con tutti si intende sia se stessa che il mondo intero. L’incontro con Luc le permette di comprendere che il suo atteggiamento non è sbagliato ma rispecchia i difetti di un qualsiasi essere umano. Accetta di lavorare per Luc e questa esperienza la esalta a tal punto da decidere di non lasciare questo lavoro neanche dopo i sei mesi di prova concordati. Symp è uno dei personaggi più riusciti che io mi sia mai trovata di fronte leggendo libri di autori emergenti.

È dinamica ma certa delle sue convinzioni. È comprensiva ma non sempre nel modo in cui ci si aspetterebbe e nonostante la sua giovane età dimostra una maturità indiscussa. Cosa necessaria quando si lavora per il Diavolo.


Luc Bamefot. O se preferite, possiamo chiamarlo il Diavolo. Per descrivere il personaggio di Luc basta usare le sue stesse parole.

“Ebbene, io sono colui che divide. Colui che si oppone. L’avversario, il pungente, il ribelle. Sono il superbo distruttore del bene. Sono stato frate e consigliere, politico e nobiluomo, ho creato illusioni e occultato verità, ho camminato a fianco dell’uomo sin dagli inizi del Tempo, di cui conosco tutti i segreti, confinato su questa misera roccia, consapevole delle realtà dell’universo, delle leggi cosmiche e di quelle metafisiche. Sono metafora ma essere in carne e ossa, Ahreman, Angra Mainyu, Asura. Sono colui che portava la Luce prima del Tempo e che dopo il Tempo la Luce più non ha amato. Io sono il difetto nel grande Ordine Cosmico, sono l’ombra degli Dei, il Grande Buffone. […] In me ogni verità scompare, eppure io sono il più vero, poiché pur mentendo svelo. […] Non c’è uomo che non tema la mia verità, che non senta nel profondo di sé la vergogna che so suscitare. Ho avvolto i vostri giorni e ne ho spento la luce, ho avvolto la vostra luce e vi ho attirati a me. […]
Sono quello che comunemente chiamate il Diavolo, piccola, e sono proprio un gran fico."

Come avrete notato, Luc non le manda a dire. La sua presentazione a Symp è molto più dettagliata, qui ho solo riportato le parti salienti. Quando ho letto questo piccolo monologo del Diavolo ad un ragazza dubbiosa ma per niente spaventata da lui ho capito che il resto del libro sarebbe stato fantastico.

Luc è il Diavolo. Ma Luc adora gli umani. Ama vivere in mezzo a loro e ama bearsi della loro compagnia. Non per niente i suoi collaboratori, tranne i demoni rimasti all’Inferno, sono tutti umani. Symp viene scelta come sua collaboratrice per un compito preciso, preferisco non svelarlo ma, com’è noto, il lavoro del Diavolo di solito ha a che fare con favori e contratti stipulati con gli umani in cambio di un elisir molto conosciuto: l’anima.

Ho amato Luc. Sul serio. Sia per il suo aspetto che per i suoi atteggiamenti a volte divertenti altre volte in apparenza incomprensibili ma in realtà di una logica disarmante. I ragionamenti di questo personaggio riguardo l’umanità (e anche quelli di Symp dato che più o meno la pensano allo stesso modo) sono coerenti con ciò che noi umani siamo nella realtà. Possiamo illuderci di essere creature perfette e senza difetti, oppure accettare le nostre lacune e i nostri inevitabili errori e vivere la vita nel modo giusto per ognuno di noi, dato che la vita è una. All’incirca è questa l’idea che Luc e Symp hanno dell’umanità, anche se io l’ho fatta breve perché queste nozioni sono sparse in dialoghi e avvenimenti che possono apparire solo narrativi ma nascondono un sapore filosofico e a tratti sociologico. Queste piccole perle sono davvero interessanti se lette nel modo giusto e con la propensione ad avere la mente aperta davanti queste parole.

Poi, Luc è proprio forte e come dice lui “un gran fico.” Passa il tempo tra feste, festini, serate e nottate in discoteca, in cui trascina Symp, eppure anche lui nasconde dei difetti. Non riesce a gestire la rabbia: nel romanzo inizialmente lui stesso si definisce bipolare. In effetti, andando avanti con la storia, se lui fosse solo un umano avrebbe tutte le caratteristiche del bipolarismo. Tuttavia, stiamo parlando del Diavolo, quindi i suoi problemi d’umore sono dovuti alla sua condizione di essere sovrannaturale.


Ci sono altri personaggi, parecchi.


Mi sento di parlarvi solo di altri due. Michael e Jou.


Michael. Dove c’è il Diavolo c’è anche un angelo. Ebbene, Michael rappresenta l’Arcangelo Michele. Ve la faccio breve, secondo la tradizione prima che Lucifero si separasse da Dio e cadesse negli inferi, era alleato dell’Arcangelo Michele. Nel romanzo, infatti, Luc e Michael fanno riferimento a questa storia.
Michael è un angelo affascinante che mette subito gli occhi, e non solo, su Symp. All'inizio per fare dispetto a Luc (non è la prima volta che prova a danneggiare i suoi assistenti) poi pare che il suo interesse diventi più profondo. Ma non è questa la parte davvero interessante di Michael. Lui dovrebbe in un certo senso rappresentare il bene, e a parole lo fa. Solo a parole però perché in realtà non salta neanche la minima occasione per criticare e dimostrare il suo disprezzo nei confronti degli esseri umani, sottolineando in continuazione la superiorità degli esseri celesti. Quindi, l’angelo è un razzista, pieno di pregiudizi e un finto buono che dà sui nervi sin dall'inizio. Un personaggio spettacolare che serve da ombra all'interno del racconto.

Jou. È un ragazzo giapponese di vent'anni che lavora per Luc come autista sia di auto che di jet privati. Si tratta di un personaggio poliedrico. Aiuta ma non aiuta. C’è ma non c’è. Mi ha colpito soprattutto nei dialoghi. Ha sempre la risposta pronta ed è divertente. Non so ma credo che regga, insieme a Luc, la parte commedia del romanzo. Un personaggio da non sottovalutare, secondo me, e da approfondire durante la lettura. Quello che dice di solito conta e aiuta a sollevare un po’ il velo di mistero che si avverte in tutto il libro. Senza contare che Luc gli ha concesso una specie di super poter, che non vi svelo, andate a leggere il romanzo se volete saperlo.


Lo so, la recensione è eterna ma dato lo spessore argomentativo dell’opera non posso fare altrimenti.
Come se i personaggi non fossero abbastanza complessi e caratterizzati anche le vicende si snodano in maniera serrata ma intrecciata allo stesso tempo.
Si ha a che fare con viaggi. Quindi oltre Los Angeles, la città in cui si svolgono la maggior parte degli eventi, vediamo l’Alaska, New Orleans, New York fino ad arrivare ai confini del mondo.
Assistiamo ad entourage con personaggi politici di rilievo. Per esempio, il presidente del Stati Uniti e riferimenti storici ad Hitler. Intravediamo personaggi famosi del cinema e della musica. Tutti posti al momento più adatto per donare svolte epocali alla vicenda.

Nel libro ci sono tantissimi riferimenti a riti magici e ad elementi esoterici. Trattati con eleganza e soprattutto abbondanza di particolari. C’è anche una grande sensualità sparsa nel romanzo. Di certo il Diavolo, non può essere casto e puro.

Ogni elemento sopracitato è fuso in un’armonia perfetta data dalla scrittura di Lily. È bravissima. Utilizza termini ricercati ma non ridondanti. I periodi e i dialoghi sono molto lunghi ma mai noiosi o stancanti. Usa le parole, le posiziona e le sceglie, in modo che l’attenzione del lettore non venga mai meno. Non ci si può distrarre leggendo ed è il romanzo stesso a impedirlo proprio per come è scritto.  

Mi sentirei addirittura di dire che come Luc si appropria dell’anima, questo romanzo si appropria dell’attenzione.

È che non posso rivelare altro sennò starei qui scrivere di Sympathy for devil per giorni. Ci sarebbe tantissimo di cui parlare, tantissimo di cui discutere su fatti e avvenimenti. E quello che mi fa sorridere è il finale, assolutamente aperto. Quindi sentiremo ancora parlare di Luc e Symp. Visto e considerato che molti misteri non sono stati risolti, quando si arriva all'ultima pagina viene subito da pensare “e ora?” e in mente si riavvolge tutto, il cervello cerca di ricordare quanto è rimasto irrisolto e come si potrebbe risolvere. Questi sono tutti elementi a favore per un romanzo che mi ha stupito, sorpreso e rapito. Attendo il sequel con ansia e dovreste farlo anche voi. Non importa che genere amate. Questo libro è per tutti perché ha tutto, quindi se vi fidate del mio giudizio, compratelo. O chiedete una collaborazione all'autrice dato che merita davvero tanto e ha bisogno di visibilità.

Come si sarà capito, Sympathy for devil ha assolutamente meritato

✨✨✨✨✨/5

Se potessi ne darei anche di più.


In breve…

Eh… ‘na parola a farla breve qua…

Sympathy for the devil è un romanzo di genere urban fantasy dal sapore misterioso ed esoterico. Ma rimane una commedia piacevole da leggere. I personaggi sono caratterizzati alla perfezione. I due protagonisti, Symp e Luc (il Diavolo), ci fanno scoprire l’umanità con tutti i suoi difetti e ci fanno sorridere più di una volta all'interno del racconto. Le vicende si susseguono con ritmo serrato ma dettagliato, grazie anche ai lunghi dialoghi (a volte quasi monologhi) scritti con tale maestria da rapire il lettore. La storia di Luc e Symp va letta. È accattivante, sensuale, mistica ma anche reale. Un romanzo consigliatissimo per qualunque genere di lettore.


Ringrazio davvero Lily per avermi dato la possibilità di leggere questa meraviglia e spero sia chiusa da qualche parte a scrivere il sequel sennò ce la chiudo io.

Grazie ancora, cara.




ottobre 12, 2019

Intervista a Nancy Urzo



Intervista #oggiemergenti



Nancy Urzo autrice di "Erasmus di Sangue"



  • Ciao, Nancy, come stai? 


Ciao! Bene grazie! Sempre impegnata a creare nuove ed eccitanti avventure.

  • Cominciamo con i fuochi d’artificio: come mai hai deciso di buttarti sul genere horror/erotico? 


Ho voluto provare ad emergere con un romanzo di questo genere perché è inusuale rispetto magari ad un giallo o a un rosa. Diciamo che ho voluto osare.

  • C’è un motivo per la scelta di usare protagonisti spagnoli?


Mmmh...  Non c’è un motivo preciso. Essendo stata in Spagna, precisamente a Barcellona, sono rimasta colpita dal loro modo di rapportarsi con i loro coetanei.  Sono molto estroversi.

  • Sei stata anche tu in Erasmus? 


No, purtroppo no. Avrei voluto,  magari in un'altra vita... Perché no!

  • Quali sono state le principali difficoltà durante la stesura del romanzo? 


Difficoltà importanti non ne ho avute. Avevo solo una domanda in testa “uscirò vincente dalla mia sfida?”

  • Parlaci delle tue passioni, ovviamente scrittura a parte. 


A parte la scrittura, amo passare il tempo libero con mio marito e con la mia Jack Russel. Amo ascoltare la musica, andare al cinema e viaggiare. Io non farei altro che viaggiare  e perché no... Scrivere una storia dove parlo di tutte le città che ho già visitato e che visiterò.

  • Le vicende nel romanzo si susseguono con un ritmo incalzante e veloce, come hai fatto a non perdere ma il filo narrativo?


 Ogni volta che scrivo un libro mi creo una scaletta coi punti salienti.  Man mano che scrivo e raggiungo certi punti depennato gli appunti presenti in scaletta.

  • Quando hai iniziato a scrivere Erasmus di sangue avevi già in mente il finale? 


Certamente! Sapevo già che doveva essere una trilogia e conoscevo già lo svolgimento di ciascun capitolo.

  • Se dovessi consigliare il tuo romanzo a nuovi lettori che parole useresti? 


Ti piace immergerti nelle storie cariche di passioni, di suspance,  colpi di scena, paura e pericolo? Allora “Erasmus di sangue” fa al caso tuo!

  • Descrivi Carol con tre aggettivi. 


Provocatrice, Indecisa, Sensibile.

  • Hai scritto altro oltre questo romanzo? 


Fino ad ora ho scritto anche due raccolte di poesie “ANIMA NEL TEMPO" e “LA CAREZZA DI UN SOGNO”.

  • Ci sono nuovi romanzi in stesura?


Sì! Ho tanti nuovi romanzi in testa! Finirò il 2019 in bellezza e inizierò il 2020 in maniera scoppiettante!

  • Su quali canali i lettori possono trovare te e il tuo romanzo?


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Grazie Nancy per essersi sottoposta al mio interrogatorio. Ricordo a tutti che il 31 ottobre 2019 uscirà il sequel di Erasmus di sangue, giusto per passare Halloween nel modo migliore. 


Recensione "La rosa bianca di serpente"

"Chi mai sarebbe così strambo da combattere qui dentro? E' da folli, è da stupidi, è da Lais." Recensione La rosa...