dicembre 17, 2019

Recensione "La rosa bianca di serpente"


"Chi mai sarebbe così strambo da combattere qui dentro? E' da folli, è da stupidi, è da Lais."





Recensione La rosa bianca di serpente – 

L’inizio della maledizione








Titolo: La rosa bianca di serpente – L’inizio della maledizione

Autrice: Greta Guerrieri

Data uscita: 26 Novembre 2018

Genere: Fantasy

Casa editrice: Self Publishing







Trama

Lais è apparentemente un adolescente come gli altri, se non fosse che è orfano, ha costanti incubi e vive da solo in una catapecchia. Ha sempre cercato di passare inosservato, essendo un tipo solitario, ma i suoi brillanti e magnetici occhi dorati glielo impediscono. Stufo della monotonia abituale del suo villaggio e costretto a vivere in una situazione di povertà, decide una notte di mettersi in viaggio, per cambiare le sorti del suo futuro. Poco prima della sua partenza, la sua tutrice, gli regala una strana e curiosa collana, un oggetto dal quale Lais si sente totalmente rapito e dipendente. Incontrerà Etka, una ragazza a lui sconosciuta, con due bellissimi occhi viola, solare e allegra, con la parlantina facile e tempestante di domande, con cui si ritroverà più di una volta incastrato nelle stesse dinamiche. Confusi e pieni di domande, i due adolescenti decidono di mettersi in viaggio insieme, alla ricerca di risposte alle stranezze in cui saranno coinvolti.




Recensione

La rosa bianca di serpente – L’inizio della maledizione è un fantasy ad ambientazione mista medioevale/moderna che narra le vicende di Lais ed Etka, due adolescenti molto diversi tra loro ma legati da un destino comune.

Per iniziare a chiacchierare un po’ su questo splendido romanzo bisogna spiegare a grandi linee l’antefatto e soprattutto precisare che questo è il primo volume di una saga, quindi tante cose non le so neanche io ancora. 

Ma cerchiamo di procedere per gradi.


Lais è un diciassettenne che vive nel villaggio di Nefic, in un regno il cui sovrano si occupa (forse…) e non si occupa del suo popolo. Nefic è proprio uno di quei villaggi abbandonato dalla mano protettiva del sovrano, ne consegue che le condizioni di vita sono messe a dura prova dalla mancanza di denaro. A un certo punto della storia Lais decide di lasciare il villaggio, spinto anche dal fatto di non essere mai stato visto di buon’occhio dal resto degli abitanti. Parte, e dopo parecchie traversie giunge nel villaggio di Pevobu. Questo è sia il luogo in cui abita Etka che uno dei villaggi ancora protetti dal sovrano. Quindi Lais si scontra con uno stile di vita diametralmente opposto a quello che aveva abbandonato. A Pevobu tutti hanno un lavoro, tutti hanno una famiglia, tutti hanno una casa decente. Lais non ha mai avuto nulla di tutto ciò: orfano, senza soldi e come dimora una capanna.

In questa parte della storia Lais ed Etka si incontrano per la prima volta.

E dal loro incontro tutto inizia a precipitare, fino a quando l’ombra di una maledizione si abbatte sul pacifico villaggio di Pevobu costringendo i due ragazzi ad andare via insieme.

In modo parallelo, si sviluppa anche un’altra storia. Quella di Wolk e Jul. Entrambi i ragazzi appartengono a Nefic. Una notte, Jul viene aggradita dai soldati del Re e Wolk la difende. Questo però costringe anche loro a lasciare Nefic. Wolk decide di raggiungere la città dimora del Sovrano per chiedere spiegazioni riguardo l’aggressione. Il suo è un gesto d’orgoglio dato che a Nefic si allenava proprio per entrare a far parte dell’esercito e soprattutto perché suo fratello maggiore è già una guardia del Re.

I percorsi di questi quattro personaggi procedono in parallelo per l’intero romanzo e non mancano sorprese, incontri inaspettati, creature particolari e rivelazioni magiche.

Per comprendere tutto al meglio conviene soffermarsi un attimo su ogni personaggi sopra citato.

Lais. È orfano, l’unica sorta di “affetto” familiare che ha conosciuto è quello di Kirse, sua tutrice e maestra d’armi nel villaggio di Nefic. Poco prima che Lais abbandoni Nefic, Kirse gli dona una collana: un ciondolo a forma di spada con un intorno un serpente. In realtà si tratta di uno strumento magico tuttavia la sua funzione si scoprirà solo più avanti nella storia. Lais ha un caratteraccio, non c’è altro modo per dirlo. Taciturno, schivo, non si fida di chi ha intorno e a volte neanche di chi già conosce. Nei dialoghi è sempre sprezzante e spesso offensivo. Il suo personaggio nasconde tante sfumature ma è come un iceberg, lascia vedere solo la punta. Tutto il resto è da scoprire.

Etka. Una ragazza di diciassette anni. La sua infanzia e la sua vita fino all’incontro con Lais sono state delle più tranquille. Ha una famiglia: un padre, una madre e un fratello minore. Ama la sua famiglia, forse perché è così unita da destare gioia anche a chi li ha appena conosciuti. A tratti si potrebbe definire Etka una bambina viziata ma questa è la conseguenza del non aver mai dovuto affrontare dei problemi… Tranne i suoi particolari momenti in cui si estranea completamente dalla realtà. Fin dalla nascita indossa un bracciale regalatole dal padre, Marhif. Un gioiello con una rosa bianca ancora viva intrappolata all’interno. Con il proseguire delle vicende si scoprirà anche la funzione di questo oggetto. E soprattutto Etka comprende di essere fondamentale nel destino di Lais, del quale si è innamorata a prima vista. Lo segue quando decide di lasciare Pevobu proprio per rispondere a questo legame che sente dentro di lei. Il viaggio l’aiuterà a maturare ma non completamente.

Wolk. Posso dirlo? Posso? Lo dico… Wolk è il mio personaggio preferito, almeno per adesso. Un ragazzo tutto d’un pezzo, e ovviamente bello come non mai (segue proprio i miei gusti), che desidera ardentemente diventare la migliore guardia del Re esistente al mondo. Poi le vicende che coinvolgono lui e Jul inizieranno a farlo ricredere. Comunque, Wolk ha un carattere deciso ma buono, orgoglioso ma dolce, è sempre corretto qualunque cosa accada, e il suo senso della giustizia è invidiabile. Affronta il viaggio con Jul offrendo tutto se stesso, soprattutto perché è innamorato di lei da sempre, ma credo che lo avrebbe fatto per chiunque. Interagisce con tanti personaggi all’interno del romanzo e adotta sempre un atteggiamento adeguato alla situazione. Unica eccezione è Lais: si odiano a vicenda da tempo immemore e neanche tentano di nasconderlo.

Jul. Anche lei è una ragazza che appartiene a Nefic, da sempre innamorata di Lais. Colpisce subito per la dolcezza del suo viso e per i fluenti e lunghi ricci rosso fuoco. Quando parte insieme a Wolk, lascia a Nefic la sua famiglia. Questo le costa tantissimo, non tanto per i suoi genitori che sembrano più preoccupati dell’apparenza che dei veri problemi della vita, ma per suo fratello gemello Irkl. Entrambi i gemelli non sono mai stati i più temerari del gruppo e il fatto di doverlo abbandonare ferisce molto Jul, dato il suo carattere protettivo e dolce. Per gran parte delle vicende si comporta anche lei come una bambina ma cresce, e cresce davvero tanto. Le difficoltà che è costretta ad affrontare le fanno capire che è arrivato il momento di tirare fuori il carattere e lo fa.

Come ho detto prima questo è solo il primo volume di una saga. 
Greta ci ha impiegato ben quattro anni per incastrare il tutto e il perché non è difficile da spiegare:
quando si affronta il primo volume di un fantasy non si è mai certi di quanto si possa rivelare della trama principale, di quanti elementi sia giusto rendere noti per non inficiare poi la suspense nel secondo volume. 
Inoltre, qui si aggiunge un’ulteriore difficoltà: ogni capitolo si riferisce all'andamento di un diverso personaggio e vi posso garantire che incastrare il tutto in modo che la vicenda scorra senza intoppi è davvero difficile. Greta è stata bravissima in questo. Il suo stile è dettagliato, molti dialoghi sono in pratica monologhi e questo è proprio ciò che serve ad un romanzo fantasy.

Questo volume lo considero il prequel di una vicenda che, almeno secondo il mio intuito, diventerà ancora più complessa e avvincente nel seguito. 

Tanto non è stato spiegato, ci è concesso solo di ipotizzare cosa potrà accadere più avanti. 

Per una saga tutto questo è indispensabile.

Il mio voto è

🌟🌟🌟🌟🌟/5


In breve…
Greta ha creato un mondo nuovo, un mondo in cui il lettore si immerge senza difficoltà, imparando a conoscere luoghi, personaggi e usanze poco per volta in modo che non venga investito da informazioni fondamentali troppo presto e senza essere pronto. L’universo in cui vivono Lais, Etka e tutti i magnifici personaggi nati dalla penna di Greta, ha il potere di affascinare e coinvolgere a tal punto che da metà romanzo risulta difficile smettere di leggere. Credo, senza ombra di dubbio, che gli appassionati di fantasy non possano perdersi una chicca come questa. Faccio tanti complimenti a Greta per quest’opera e attendo il seguito con grande curiosità.

Come sempre, ringrazio l’autrice per la sua fiducia e per questa fantastica ed entusiasmante collaborazione.

Ci rivedremo al sequel!






Nessun commento:

Posta un commento

Recensione "La rosa bianca di serpente"

"Chi mai sarebbe così strambo da combattere qui dentro? E' da folli, è da stupidi, è da Lais." Recensione La rosa...